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martedì 30 giugno 2009

Riccardo Nencini e il medioevo riscoperto

LE VICENDE del personaggio boccaccesco di Musciatto Franzesi e quelle di Dante si intrecciano ne "L' imperfetto assoluto" (Pagliai editore), il romanzo di Riccardo Nencini, presidente del Consiglio regionale e segretario nazionale del Ps, reduce dalle vendite eccezionali, 100 mila copie, del precedente Morirò in piedi. Un volume "contaminato", in cui una fedele cronaca degli avvenimenti toscani fra il 1301 e il 1306 si apre a momenti di maggior lirismo per la presenza dei 15 sonetti scritti dal giovane poeta Federico Berlincioni, in linguaggio stilnovistico. Un manoscritto ritrovato, tipico espediente del romanzo storico, consente di ricostruire una Firenze ancora lontana dai fasti rinascimentali, «una città non ancora meravigliosa (...) - spiega Nencini - ma che ha saputo collegare la mercatura con le banche e la manifattura». Ciò che colpisce durante la lettura è il nuovo volto del Dante esiliato, lontano dagli stereotipi del sommo poeta, «ostico e difficile, non simpatico», costretto a rimanere nell' anonimato e lontano dalla moglie Gemma e dai figli. Un poeta al quale ha prestato la penna Berlincioni che, racconta, ha avuto l' onore e l' onere di «fare il verso al padre della lingua italiana, un esperimento letterario che nessuno ha mai fatto prima». Sette anni di ricerche rendono il romanzo molto documentato: «Un libro - spiega Franco Cardini nella prefazione difficile, di grande valore artistico e documentario. - (e.s. e r.g.)