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mercoledì 2 settembre 2009

Il test del Dna per riconoscere le vittime

Repubblica — 01 luglio 2009 pagina 3 sezione: FIRENZE
PRIMA del test del dna, sono stati gli oggetti quotidiani a permettere il riconoscimento di alcuni cadaveri. Nell' obitorio dell' ospedale Versilia, una catenina o un braccialetto sono stati decisivi per alimentare le speranza dei familiari delle vittime. La polizia scientifica e il personale ospedaliero hanno consigliato di sforzarsi di ricordare i particolari presenti nel luogo dove poteva trovarsi la persona scomparsa. Un orologio, o un anello, potrebbero condurre ad un nome. Come nel civico 20 di via Ponchielli, dove vivevano due ragazze di 30 anni, in piani diversi. Difficile distinguerle. Lo scenario, secondo quanto riferito dagli addetti dell' obitorio, ha ricordato a molti i corpi carbonizzati dell' eruzione del Vesuvio del 79 d.C.: un' esplosione che spazzò via Pompei e i suoi abitanti. I corpi vennero fissati nelle normali faccende quotidiane. Così ieri si sono potute riconoscere le salme di due persone sedute, forse sulla terrazza. Più difficile identificare i cittadini extracomunitari e gli stranieri. - EVARISTO SPARVIERI