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sabato 24 luglio 2010

Crac Casamia, servono altri soldi

 VIGNOLA. Si è concluso con un nulla di fatto l’incontro avvenuto l’altra sera tra il commissario liquidatore, l’avvocato Anna Caterina Miraglia, e una rappresentanza di una quarantina di soci delle coop Casamia, Casaeffe e Progetto Casa, cooperative affiliate all’Unci e da un anno in liquidazione coatta amministrativa. Durante l’incontro, avvenuto alle 20.30 nel complesso costruito da Casamia, il commissario ha comunicato ai soci che hanno già rogitato che, prima di poter accedere alle proprie abitazioni, è necessario procedere alle opere di urbanizzazione per l’ottenimento del certificato di abitabilità da parte del Comune. Ai soci che non hanno ancora rogitato, invece, ma che avevano già versato una somma in anticipo, il commissario, pur mostrandosi intenzionato a concludere positivamente la vicenda, ha presentato una stima dei beni nella quale il valore degli immobili era superiore a quanto gli stessi soci avevano pattuito in precedenza, creando qualche malumore tra i presenti. Probabile, per queste famiglie, la necessità di un ulteriore acconto.  La vicenda era nata nell’agosto scorso, coinvolgendo anche Sassuolo e San Cesario, comuni nei quali le tre cooperative avrebbero dovuto realizzare case e appartementi di prestigio. Il crac delle cooperative aveva lasciato senza casa i soci, di cui alcuni avevano già rogitato, altri invece no. A San Cesario, dove Progetto casa avrebbe dovuto realizzare abitazioni, tutto si era bloccato al solo acquisto del terreno. A seguire la liquidazione, in un primo momento, erano stati nominati tre commissari, revocati per incompatibilità dal ministro Scajola e sostituiti nel dicembre scorso.

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