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giovedì 19 agosto 2010

Il sindaco: ricostruirò la croce

Un'immagine di Montefiorino
 MONTEFIORINO. «Per ripristinare una croce sono il primo a voler intervenire». Chiama a raccolta i suoi concittadini, in particolare gli esperti e gli appassionati di escursionismo, il sindaco Maurizio Paladini. Lo scopo è riportare la croce del Monte Calvario al decoro che compete a un simbolo così importante. La croce, che dominava la Valle del Dragone dal punto più elevato del monte, è stata abbattuta da vandali per la seconda volta nel giro degli ultimi dieci anni e da tempo giace sul terreno, a pochi metri da un profondo dirupo, spezzata e abbattuta nella sua antica imponenza.  «Per noi è una croce storica - racconta Velia Meglioli della vicina trattoria “La formica” di Lago - E’ la seconda volta che la buttano giù senza motivo. Mi chiedo cosa possa spingere qualcuno a prendersi la briga di arrivare fino lassù, su un percorso così tortuoso e pericoloso, appositamente per fare un gesto del genere. Sicuramente hanno agito di notte, magari per noia. Di certo infrangere un simbolo del genere è segno di ignoranza». Per raggiungere la croce, infatti, è necessario percorrere almeno 400 metri di sentiero impervio, che alterna una parte di bosco a una parte rocciosa. E’ evidente che chiunque abbia commesso l’atto vandalico si sia recato volontariamente sul posto. Ed è proprio per la tortuosità del sentiero che il sindaco Paladini lancia un appello agli iscritti del Gruppo escursionistico: «Per accedere in luoghi così impervii ci vuole la collaborazione di persone esperte che conoscano i rischi della zona - afferma il sindaco - Il Comune è disponibile per fare un intervento di ripristino e chiede la collaborazione e il coinvolgimento di chiunque voglia darci una mano».  Costruita con due travi di quercia circa 20 anni fa, in sostituzione di una croce più piccola a sua volta tagliata da ignoti, la croce del monte Calvario era alta tre metri e 40 cm e pesava almeno un quintale e mezzo. Era stata posta sulla sommità della roccia, con l’aiuto di alcuni abitanti della frazione di Lago, da Albino Santi, deceduto alcuni anni fa. Nel 1999 c’era stato un primo atto vandalico, anche in questo caso volontario: gli autori del gesto sacrilego si erano recati sulla cima del monte, probabilmente di notte e muniti di motosega. Fu la natura del taglio, secco e netto, a far propendere per la volontarietà del gesto. Don Luca, il parrocco di Frassinoro che si occupa dell’oratorio dedicato alla Madonna del Calvario, in quella - come in questa - occasione aveva sporto denuncia. Dones Santi, il figlio di Albino Santi, aveva persino messo una taglia per individuare il colpevole. Nel corso del successivo intervento di ripristino, la croce era stata rinforzata con delle barre d’accaio lungo gli spigoli. Un’accortezza che non è stata sufficiente di fronte alla brutalità di questo ennesimo vandalismo. (e.spa.)

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