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giovedì 19 agosto 2010

Una bustina alla conquista del mondo

Da Modena a San Giovanni in Persiceto fino al mercato internazionale. Il successo del 32enne modenese Andrea Taglini e del suo socio bolognese Christian Burattini si racchiude in tre dita di una sola mano: pollice, indice e medio. Sono le tre dita sufficienti per aprire la loro rivoluzionaria bustina monodose, che ha reso obsoleti i vecchi sistemi delle bustine a strappo.  EasySnap è il nome: la prima monodose apribile con una sola mano, che non sporca e consente di versare il proprio contenuto in due semplici mosse. Basta afferrare la bustina per le due estremità con pollice e medio, e poi spingere al centro con l’indice, dove un’incisione lascia scendere comodamente il prodotto conservato al suo interno. Maionese, ketchup, aceti, olii, cosmetici, prodotti farmaceutici. La rivoluzione nel mercato del packaging è servita con il brevetto di questi giovani emiliani, registrato a quasi 20 anni dall’ultima invenzione nel settore monodose.  «L’idea è venuta al mio socio Burattini - racconta Andrea Taglini, il direttore commerciale di Easypack solutions - Dopo aver visto un cuoco aprire un uovo, abbiamo studiato un metodo analogo per aprire le bustine monodose. All’inizio non è stato per niente facile. I nostri primi fornitori faticavano a comprendere di cosa si trattasse e pochi clienti volevano rischiare. Abbiamo avuto aiuti e incoraggiamenti soprattutto dalla Camera di commercio modenese».  A credere per primo nel progetto è stato l’ex presidente Alberto Mantovani: «Mantovani è stato fantastico. Si innamorò della nostra iniziativa e ci concesse uno di quei finanziamenti per le imprese giovanili», continua Taglini, che oggi ricorda con un pizzico di divertimento il periodo dei primi esperimenti: giornate trascorse nel retrobottega di un negozietto, alla ricerca della plastica da utilizzare per la corretta conservazione del prodotto e del modo migliore di sviluppare il brevetto, con l’avventuroso ricorso a macchine da supermercato per sigillare gli alimenti e a strumenti rudimentali e comunissimi come i cutter e lo scotch.  «Abbiamo avuto un po’ di incoscienza giovanile - sorride - Se penso a quanti dicevano che non ce l’avremmo mai fatta, col senno di poi e l’esperienza maturata, do loro un po di ragione. Ma avevamo troppa voglia di fare e di non arrenderci. Sapevamo che l’idea era buona e che bisognava solo partire. Siamo stati caparbi e fortunati».  Da allora - era il 2006 - Taglini e Burattini ne hanno fatta di strada. Nel 2009 le loro aziende hanno prodotto 8 milioni di bustine per il mercato italiano, con previsioni di crescita a 12 milioni per quest’anno. Tra i clienti, nomi come Ponti, Barilla, Ferrarini e il colosso Unilever.  Oltre alle bustine per conto terzi, Taglini e Burattini producono industrialmente anche il macchinario automatico per la realizzazione dei monodose - il vero core business, anch’esso di loro invenzione - e commerciano nel materiale plastico adatto per la produzione. All’estero, la macchina automatica brevettata da Easypack solutions è presente in circa 15 Paesi sui cinque continenti, per un totale di 26 milioni di monodose prodotti e il traguardo dei 100 milioni all’orizzonte. Canada, Usa, Corea, Giappone, Spagna, Inghilterra e Sudafrica tra i Paesi raggiunti, con l’obiettivo di conquistare il 3% del mercato mondiale.  A Rovereto di Novi, una delle loro società, la BB Lameplast, produce le bustine per il settore cosmetico. «Shampoo, balsami, coloranti per capelli. Oltre agli alimentari, anche questo mercato è in forte espansione - conclude Andrea Taglini - C’è un cambio nelle abitudini dei consumi che fa aumentare la richiesta. Non mi riferisco solo ai single, ma penso ad esempio agli aeroporti. La nostra bustina monodose permette di viaggiare con prodotti igienici o di bellezza secondo i parametri più aggiornati della sicurezza aeroportuale». - Evaristo Sparvieri

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