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sabato 18 dicembre 2010

Gli studenti: ora non tagliateci i ponti festivi

fonte:ilgiornaledelfriuli.net
  Con le manganellate ancora fresche nella memoria, gli studenti delle scuole superiori modenesi fanno i conti con le conseguenze della loro protesta. Il freddo non ha completamente stemperato gli animi surriscaldati di chi martedì ha preso parte ai cortei, e ieri nell’autostazione (una delle tappe del corteo autonomo), i ragazzi ancora discutevano di riforma Gelmini e del ventilato taglio dei ponti in prossimità dei giorni di vacanza. Come di consueto, gli studenti raggiungono la stazione intorno alle 12.45. Arrivano alla spicciolata, dopo una mattinata di lezione.  Quattro ragazze del Venturi sono sedute su una panchina. Appena ci si avvicina per chiedere se abbiano partecipato o meno alla manifestazione, mostrano un po’ di diffidenza. Diverso è l’atteggiamento di Luca, 18 anni, del professionale Corni: «Pochi in classe hanno aderito alla manifestazione. C’era freddo. Io sono rimasto a letto». Anche i suoi compagni della 5a E non hanno preso parte al corteo: «Io approvo tutti gli scontri - racconta Emanuele - ma al corteo non ci sono andato perchè non mi iscriverò all’università».  Dopo le 13, il piazzale si popola. Chi rientra a Maranello, chi a Vignola, chi a Sassuolo, chi a Formigine. Tra gli studenti in attesa, c’è Federica del Tassoni. Ha partecipato all’occupazione del suo istituto ma non al corteo: «L’occupazione era più che sufficiente - dice - inoltre non è servita a nulla. Ci taglieranno le vacanze? E’ giusto. Se ci sono dei giorni di lezione da rispettare per legge, bisogna mantenere la regolarità dell’anno scolastico. Ma manifestare resta un nostro diritto». A qualche metro di distanza, la pensano in maniera un po’ diversa Andrea, Davide, Fabrizio e Marco, cinque ragazzi del tecnico Corni: «Dopo una settimana di occupazione, i professori martedì ci hanno obbligato ad andare a scuola, mettendo in programma una verifica - sostengono - Noi del quinto superiore non possiamo fare troppe assenze, altrimenti rischiamo la maturità». Quanto al taglio dei ponti delle vacanze, però, aggiungono: «Vuol dire che i ponti li faremo da noi».  Francesco, 18 anni del Guarini, per una parte del percoso è stato nel corteo che ha tentato di occupare la stazione: «Finchè ho partecipato, mi è sembrata una manifestazione pacifica, senza persone violente». Poi, alludendo alle scuole aperte durante i ponti delle vacanze, domanda: «Perchè l’anno scorso, quando le scuole sono state chiuse per neve, nessuno ha parlato di durata legale dell’anno scolastico? Mi sembra strano che oggi tirino fuori questa novità».  Aspettando l’autobus che li riporterà nelle loro case, sono numerosi i ragazzi che raccontano di aver partecipato al corteo nel quale si sono verificati gli scontri. Come Lorenzo, 17 anni, del Barozzi e Guglielmo del Corni: «Ci hanno caricato - racconta quest’ultimo - Mi sono quasi beccato una manganellata. Noi volevamo passare e raggiungere la stazione. Ho visto persone a terra, allora mi sono allontanato. Hanno picchiato anche qualche ragazza. Però il Guernica non c’entra nulla con il corteo». Lo assicura anche un ragazza del Selmi: «In prima fila c’erano solo studenti». Durante gli scontri, racconta di aver soccorso un uomo sulla cinquantina che aveva una ferita sulla testa, dovuta ad una manganellata ricevuta: «In prima fila erano tutti studenti. La maggior parte maggiorenni, che hanno chiesto a noi minorenni di indietreggiare. Certo nelle nostre fila non mancavano provocatori. Però si esagera quando si parla di bombe carta. Al massimo si sono sparati un paio di petardi...Comunque non ci fermeremo qui».  Pochi mostrano di conoscere i reali motivi della protesta, anche se molti sostengono di essere stati informati (un ragazzo del Corni accenna ad un improbabile collegamento tra riforma Gelmini e Confindustria).  La maggior parte dei ragazzi lamenta che con la riforma ci saranno tagli allo studio. Tutti, o quasi, mostrano però solidarietà nei confronti dei loro compagni in prima fila nella protesta. «Non c’è bisogno di ricorrere alla violenza», ci tiene a precisare Aman Ireet, 19enne del Corni.  Un’eccezione è rappresentata da Daniele, che studia per diventare grafico. E’ al quarto anno: «Non sono d’accordo con la riforma. Ma personalmente non ho nulla da condividere con la protesta. Nella mia classe hanno partecipato al corteo. Io no. Eseguo i miei compiti da studente e questo mi basta. I problemi veri della riforma riguardano gli insegnanti, ai quali si promette un cambiamento che poi non si verfica mai».

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