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mercoledì 15 dicembre 2010

I parlamentari modenesi non scommettono sulle elezioni anticipate

la Gazzetta di Modena — 14 dicembre 2010   pagina 17   sezione: AGENDA E LETTERE

fonte:politikos.it
Due a uno per la sfiducia. Al Senato e alla Camera. Sono i voti dei 6 parlamentari modenesi (2 di maggioranza e 4 di opposizione) nel giorno della resa dei conti per il Governo Berlusconi. Numeri in controtendenza rispetto ai rumors di ieri a Montecitorio e a Palazzo Madama, che davano per certa la fiducia al Senato, con un orientamento simile - anche se più incerto - alla Camera. Nessuno vuole sbilanciarsi sui numeri, ma tutti, a destra e sinistra, concordano: «Da noi nessuna sorpresa». E tutti sembrano scartare l’ipotesi di elezioni anticipate.  
Cautela, incertezza. Forse un pizzico di scaramanzia. «Alla Camera siamo sul filo del rasoio». Così i rappresentanti modenesi alla Camera e al Senato di Pdl e Pd, alla vigilia del voto di fiducia al Governo Berlusconi di stamattina: alle 9, si inizia con le dichiarazioni di voto a Palazzo Madama. Alle 10.30, è la volta di Montecitorio dove, su 630 seggi, la maggioranza assoluta è rappresentata da 316 voti.  Un valzer di numeri nel quale i parlamentari modenesi non annunciano sorprese nei confornti dei rispettivi schieramenti. «Non è mai successo nella storia della Repubblica che un membro del Governo abbia votato contro l’esecutivo di cui fa parte», spiega annunciando il suo voto a favore del Governo il sottosegretario Carlo Giovanardi, che pure nei mesi scorsi aveva chiesto maggiore considerazione degli ex democristiani all’interno del Pdl: «Una cosa è la dialettica interna al partito, un’altra è il senso di appartenenza». Per Giovanardi, senatore, «è impossibile fare previsioni». Se al Senato il voto appare scontato, «alla Camera rimane un problema di governabilità: in caso di sfiducia, io sono pronto a ricondidarmi per elezioni anticipate. Con la fiducia, bisognerà allargare le forze di governo». Dei modenesi, il sottosegretario è l’unico a parlare apertamente di elezione anticipate.  Per la deputata Pdl Isabella Bertolini, «il governo ha i numeri e ci sarà fiducia alla Camera»: «Fli non è compatta e Berlusconi prenderà decisioni su Fini, che ha tradito il mandato degli elettori», continua Bertolini, che auspica un allargamento all’Udc. Concetto, quest’ultimo, affrontato dallo stesso premier nel suo discorso di ieri in aula. Parole che il senatore Giuliano Barbolini, ex sindaco di Modena, giudica «con un taglio già da campagna elettorale, lontane dagli interessi del Paese»: «Spero che il voto apra una nuova fase - afferma Barbolini - L’impressione è che il Governo avrà la fiducia anche alla Camera, per 2 o 3 voti. Il resto si vedrà. Certo è che sia noi del Pd che i rappresentanti di Fli hanno imposto una riflessione sul merito degli argomenti piuttosto che su toni elettorali».  «Una minestra riscaldata e una vittoria di Pirro». La senatrice Pd Mariangela Bastico definisce così il discorso di ieri del premier e l’ipotesi di una fiducia anche alla Camera. Secondo Bastico, la novità è «la raccolta voti aperta ai liberali e all’Udc», ma «resta un clima di cupezza per un Governo finito che alla Camera potrebbe sopravvivere solo per uno o due voti»: «La compravendita di voti di questi giorni rappresenta un colpo gravissimo alla credibilità delle istituzioni, rasentando il reato - aggiunge la Bastico - La magistratura dovrà accertare, ma noi siamo già pronti a dare battaglia per la Riforma Gelmini che, in caso di fiducia, potrebbe tornare già domani in discussione al Senato». E se le sorti del Governo si giocheranno alla Camera, da Montecitorio i deputati Pd rispettaranno appieno la mozione di sfiducia: «Decideranno singoli parlamentari - spiega Manuela Ghizzoni - ma, al di là dei numeri, la maggioranza politica comunque non ci sarà più, aprendo uno scenario difficile dovuto all’irresponsabilità del premier». «Sono tra i firmatari della mozione di sfiducia - afferma Ivano Miglioli - Siamo di fronte ad una maggoranza che partita con 70 deputati in più alla Camera e 50 senatori in più al Senato. E’ la fine di un ciclo. I moderati Fli sono oggi determinanti come determinante è l’opposizione del Pd. Candidarmi in caso di elezioni anticipate? E’ ancora presto per dirlo e in ogni caso, se ne discuterà in sede di primarie».  Nella foto, Carlo Giovanardi scambia una battura con Silvio Berlusconi.

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