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martedì 15 settembre 2009

La rivolta dei precari fioccano i ricorsi al Tar

DI RIMANERE un anno fermi a casa non ne vogliono sapere, e per far valere il loro diritto ad insegnare hanno deciso di percorrere le vie legali. Così decine di docenti precari toscani che quest' anno, non vedendosi rinnovare il contratto, sono rimasti senza lavoro, hanno aderito all' azione promossa dal Codacons che proprio ieri, giorno in cui è suonata la prima campanella per 450 mila studenti toscani, ha annunciato l' invio dei primi ricorsi al Tar del Lazio, competente in materia, contro il ministero dell' istruzione per le disposizioni che prevedono tagli all' organico della scuola pubblica: «Per adesso sono una trentina - spiega la presidentessa regionale dell' associazione Silvia Bartolini - ma secondo le nostre stime nei prossimi giorni arriveranno almeno 3mila adesioni. Da anni siamo attivi su questo fronte: nel 1990 il nostro presidente nazionale Carlo Rienzi riuscì a far ri-immettere in ruolo ben 40 mila precari grazie a una sentenza della Corte Costituzionale». Per partecipare al ricorso occorre inviare una mail all' indirizzo ricorsoprecari@codacons.it, iscriversi all' associazione e seguire le istruzioni che verranno inviate via mail. E sempre contro i tagli all' insegnamento si sono mobilitati, ieri mattina, anche i Verdi, con un presidio all' uscita della scuola Pestalozzi, in via delle Casine. Con uno striscione con su scritto «Giù le mani dalla scuola», i manifestanti hanno voluto denunciare una politica del governo «che considera la scuola pubblica terreno di risparmio»: «Meno personale e meno sorveglianza - ha spiegato il portavoce Mauro Romanelli - rischia di significare più bullismoe più abbandono per i nostri figli». Mentre il coordinamento metropolitano del Pd ha annunciato un volantinaggio, la prossima settimana, davanti ad alcune scuole della provincia, per denunciare «il selvaggio attacco alla scuola di tutti». Toni simili quelli usati dal presidente della Provincia Andrea Barducci che, in una lettera agli studenti delle superiori, ha parlato di «fase difficile, se non addirittura drammatica» per il mondo della scuola. «Non è tanto il regolare funzionamento della didattica a rischiare di essere compromesso - commenta l' assessore all' istruzione di Palazzo Vecchio Rosa Maria Di Giorgi, che ieri ha visitato quattro scuole insieme al sindaco Matteo Renzi - quanto tutte quelle iniziative dal forte valore educativo che la scuola fiorentina mette in atto ogni anno, e che col venir meno delle compresenze diventeranno molto più difficili da far funzionare. Nella nuova programmazione de "Le chiavi della città", ad esempio, abbiamo dovuto privilegiare le attività da svolgersi a scuola rispetto a quelle all' esterno, proprio per evitare che un solo insegnante debba gestire l' intera classe in gita». Dubbi condivisi da molti tra insegnanti e genitori: «Dicono che quest' anno ci saranno meno visite guidate, spero che non accada», dice il papà della piccola Francesca, che aspetta la figlia davanti alle elementari La Pira. Mentre il preside della Pieraccini-Rosselli Santo Fraschilla si preoccupa soprattutto per le ore in meno che gli insegnanti potranno destinare «alle iniziative previste dal Pof e alle attività alternative alla religione». A Pisa, intanto, i Cobas del Comune hanno proclamato lo stato di agitazione dopo che l' amministrazione ha bloccato il turnover delle assunzioni nei nidi e nelle materne. (hanno collaborato Roberta Grenci ed Evaristo Sparvieri) - GAIA RAU

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