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lunedì 22 febbraio 2010

iPad: una rivoluzione mancata?

L’attesa era alle stelle, ma iPad, l’ultimo nato in casa Apple, non ha soddisfatto del tutto le aspettative. Il battesimo, sul palco dello Yerba Buena di San Francisco, è avvenuto in perfetto stile Apple. Una scenografia essenziale: un megaschermo e una poltrona, sulla quale Steve Jobs, Ceo e cofondatore di Apple, comodamente seduto, ha illustrato tutte le meraviglie della tavoletta destinata nell’immaginario collettivo ad aprire una “terza via” dell’informatica, quella che unisce notebook e cellulari.

Davanti ad una platea selezionata di 600 persone, Jobs ha mostrato per poco più di un’ora tutte le caratteristiche del nuovo tablet pc «magico» e «rivoluzionario»: 680 grammi di peso, schermo multi-touch da 9,7 pollici, una memoria flash fino a 64 giga, la possibilità di scaricare applicazioni da App store e di gestire musica, foto, posta e documenti grazie alla suite iWork (l’equivalente di Office di Microsoft). Un nuovo e attesissimo iBook store.

Una volta spente le luci del palcoscenico, però, a mente fredda, i commenti critici si sono moltiplicati, tanto che in rete iPad, prima ancora di entrare nel mercato, è stato già ribattezzato iFlop. E che qualcosa non sia andato per il verso giusto lo si poteva intuire già dal nome: iPad, fratello maggiore di iPod e di iPhone. Cosa c’è che non va nel nome iPad? Nello slang inglese «pad» significa «assorbente», aprendo così la strada ad una lunga serie di freddure. Senza contare che iPad è un nome registrato nel 2003 dalla casa nipponica Fujitsu per un apparecchio usato dai commessi per controllare i prezzi e le scorte delle merci nei magazzini.

Al di là del nome, ciò che ha stupito gli esperti è che all’iPad mancano alcuni dettagli che si trovano in tutti i comunissimi Pc: non ci sono slot per SD card né porte Usb, non c’è una webcam (anche se sembra ci sia già un alloggiamento per inserirla) e, soprattutto, iPad non è corredato di multitasking, la tecnologia che permette di compiere più funzioni contemporaneamente.

Un oggetto che, nonostante la connettività Wi-Fi, è sembrato “chiuso” in se stesso, e che, secondo siti specializzati come Engadget e Gizmodo, è poco più di un «iPhone finito sotto uno schiacciasassi». A ciò si aggiunga che, per alcuni, la casa di Cupertino ha clonato un tablet chiamato P88, lanciato circa sei mesi da Shenzhen Great Loong Brother Industrial, azienda cinese che pare abbia intenzione di denunciare Apple per plagio.

Tempi duri, dunque, per il marchio della mela morsicata. La concorrenza è più agguerrita che mai. Due giorni prima della presentazione di iPad, sul blog di Google dedicato allo sviluppo del sistema operativo Chrome, è stata annunciata la prossima realizzazione di un tablet firmato dalla casa di Mountain Wiew. Per ora si tratta solo di un “concept”, ma stando alle poche notizie ufficiali, ad un video e ad alcune immagini, il tablet di Google avrebbe anche il tanto agognato multitasking.

Anche Amazon non è stata a guardare, puntando a trasformare Kindle da semplice e-reader in un vero e proprio prodotto multimediale. Fondamentale, per questo passaggio, è l'annunciata acquisizione di Touchco, società specializzata in tecnologie touchscreen. Steve Jobs, nel frattempo, pare sia corso ai ripari, incontrando in gran segreto i vertici del New York Times e del Wall Street Journal per proporre l’iPad come lettore quotidiani

E mentre Microsoft annuncia il CES 2010, un tablet realizzato in collaborazione con HP, gli analisti del settore stimano che il mercato delle tavolette si aggirerà entro il 2015 intorno ai 57 milioni di prodotti venduti annualmente. Con numeri del genere, c’è da giurare che nella partita entreranno presto anche Nokia, Samsung e altre case produttrici.


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