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lunedì 22 febbraio 2010

La playlist dei dittatori

Immaginate Osama Bin Laden, nascosto in qualche caverna sperduta del Pakistan o dell’Afghanistan. Immaginate che, nel covo in cui si nasconde, il leader di Al-Qaeda abbia un arsenale di mitra, bombe e armi di varie genere. Adesso immaginate che nel cumulo di armi ci sia un Ipod, o un lettore cd o un mp3 player, per ascoltare musica nei momenti di “relax”, tra un proclama antiamericano e l’altro. Vi chiederete: che musica ascolta Bin Laden? La risposta è Whitney Houston.


La singolare rivelazione arriva da Kola Boof, poetessa sudanese che sostiene di essere stata nel 1996 la “schiava del sesso” dello sceicco di Al-Qaeda. Secondo le sue dichiarazioni, il nemico numero uno dell’Occidente ascolta e predilige musica occidentale al 100%, dai Van Halen ai B-52. La cantante preferita è Whitney Houston e, stando alle confessioni della Boof, Bin Laden avrebbe desiderato incontrare la star americana per comprarle un palazzo in Sudan. Il capo di Al-Qaeda sarebbe stato disposto persino ad uccidere l’allora marito della Houston Bobby Brown.

La notizia è apparsa sul giornale inglese Telegraph, che per l’occasione ha stilato un elenco della musica preferita dai dittatori. Una specie di “playlist del terrore”, dove si scopre che Whitney Houston è in ottima compagnia e che Bin Laden non è l’unico nemico dell’Occidente che in fatto di musica ha gusti decisamente filoccidentali.

Il dittatore iraniano Mahmoud Ahmadinejad, ad esempio, ha un debole per il cantante irlandese Chris de Burgh. De Burgh, poco conosciuto in Italia, è noto per un suo pezzo intitolato Lady in red, datato 1986. La scorsa estate avrebbe dovuto tenere un concerto in Iran, ma la data saltò per gli scontri scoppiati dopo le elezioni. Sarebbe stato il primo artista occidentale ad esibirsi in Iran dal 1979, anno della rivoluzione khomeinista.

Il leader libico Muhammar Gheddafi, invece, sembra vada pazzo per l’ex cantante dei Commodores Lionel Richie. Nel 2006, quando Lionel Richie si esibì in Libia per il «Concerto della Pace», il colonnello libico fece di tutto pur di avere un suo autografo.

Il nordcoreano Kim Jong-il preferisce ascoltare le note calde e lente della Fender Stratocaster di Eric Clapton. Kim Jong-il l’anno scorso invitò Clapton ad esibirsi in Nord Corea, ma Slowhand declinò l’invito.

“My way”, interpretata dall’inconfondibile timbro di “The Voice” Frank Sinatra, era la canzone preferita dal dittatore serbo Slobodan Milosevic. Una colonna sonora che risuonava spesso nella cella del carcere dell’Aja, dove l’ex Presidente jugoslavo fu rinchiuso per crimini contro l’umanità fino al 2006, anno della sua morte.

Il presidente dello Zimbawe, Robert Mugabe, adora il pop britannico di Cliff Richard. Pare che quando nel 1980 Bob Marley tenne in Zimbawe un concerto per celebrare l’indipendenza del Paese africano, Mugabe disse che avrebbe preferito «il sempre sano Cliff Richard».

Dimmi cosa ascolti e ti dirò chi sei? L’adagio, in questi casi, sembra davvero fuori luogo. Basti pensare che, sempre secondo il Telegraph, i politici del Regno Unito ascoltano la musica di gruppi con nomi decisamente più trasgressivi: Gordon Brown adora gli Arctic Monkeys, David Cameron i The Killers e Tony Blair una volta ha confessato davanti ad una classe di scolari che si divertiva ad ascoltare i The Darkness.

E in Italia? Se Pierluigi Bersani ha dichiarato in più occasioni la sua passione per Vasco, dalle parti di Palazzo Chigi si pensa che la cara canzone melodica napoletana (vedi Apicella) non deluda mai.

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