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domenica 29 agosto 2010

Amianto da eliminare: scoppia la polemica

 La lista diffusa ieri dai “grillini” riaccende i riflettori sul problema amianto negli edifici modenesi. Annunciando tre interrogazioni regionali sul tema, il consigliere del “Movimento 5 stelle”, Andrea Defranceschi, ha diffuso un elenco di edifici modenesi, «pubblici e non», sui quali sarebbe necessaria un’operazione di bonifica.  L’elenco - incompleto per ammissione dello stesso consigliere - anima il dibattito tra gli amministratori locali: Comune, Provincia e Regione replicano a Defranceschi illustrando progetti di bonifica realizzati o da realizzare sugli edifici di competenza.  La replica più accesa viene dall’assessore comunale ai Lavori pubblici, Antonino Marino, il quale afferma che «nelle scuole modenesi le bonifiche sono realizzate già dal 1995», quando «è stato effettuato un sopralluogo a tappeto da parte dell’Arpa».  «La fretta di lanciare inutili allarmi ha giocato un brutto scherzo agli esponenti regionali del Movimento 5 stelle - afferma Marino - I dati sono vecchi e segnalano scuole in cui la bonifica da amianto è stata fatta dieci o quindici anni fa». Per Marino, tuttavia, «la delicatezza dell’argomento merita un breve riepilogo»: «Nel dettaglio, i pavimenti del nido Matteotti non presentano crisotilo e l’intero edificio che ospitava la scuola di infanzia Boschi, trasferita in via Dalla Chiesa, sarà oggetto di ristrutturazione e sarà dotato di un piano di smaltimento delle pavimentazioni. In estate sono stati sostituiti i pavimenti della scuola d’infanzia Simonazzi ed entro la fine del 2010 verranno sostituiti quelli di alcuni vani, non destinati all’attività didattica, che si trovano nelle scuole d’infanzia San Damaso, Villaggio Giardino, Modena Est e al liceo Sigonio. Sono inoltre stati realizzati progetti per la sostituzione dei pavimenti nelle scuole d’infanzia Fossa Monda, Edison e Melograno».  Interventi che dimostrano un forte interessamento del Comune sulla questione, evidenziando nello stesso tempo l’esistenza di bonifiche ancora da venire, rimaste ancora in fase progettuale.  Dalla Provincia, intanto, l’assessore alle Infrastrutture Egidio Pagani fa sapere che è stato «completato un piano di bonifica per eliminare progressivamente la presenza di eternit e amianto negli edifici di proprietà della Provincia, compresi gli istituti scolastici superiori». Le verifiche sono state effettuate su oltre 40 edifici, «messi in assoluta sicurezza tramite incapsulamento in vista di una loro completa rimozione». Tra questi, il Tassoni di Modena, nel quale «resta solamente un serbatoio in disuso - di cui è già prevista la rimozione - non accessibile agli studenti e in sicurezza». Sempre a Modena, nei capannoni provinciali di via Dalton a Modena, che per loro collocazione non destano preoccupazioni, è già prevista la completa rimozione delle coperture in eternit. Sono state effettuate verifiche su canne fumarie, tubazioni e scarichi in un’altra decina di edifici non scolastici allo scopo di individuare ed eliminare ogni eventuale traccia».  Sulla replica di Marino, inoltre, ieri è intervenuto nuovamente lo stesso Defranceschi, il quale ribatte che i dati diffusi dal suo movimento, «relativi ai “siti con presenza di amianto rimasti da bonificare”» sono regionali, aggiornati al 31 maggio 2010», quando «viale Aldo Moro ha dovuto inviare la lista al ministero dell’Ambiente come ogni anno»: «Proprio perchè l’elenco viene da fonti istituzionali - chiarisce Defranceschi - se la Regione ha compiuto qualche errore nella trasmissione dei dati l’assessore non esiti a comunicarlo - chiosa il “grillino”, che lancia una provocazione a Marino e lo invita a «fornire il suo personale elenco dei siti ancora da bonificare».  In serata dalla Regione diffondono nuovi dati. Scatta la guerra dei numeri: per Viale Aldo Moro, i siti «non ancora completamente bonificati sono 760», tre in più rispetto a quelli presenti nell’elenco dei grillini. Per quel che riguarda Modena, La Regione fa sapere che i siti censiti sono 211 e non 131, di cui 80 bonificati, pari al 37,9%. La questione rimane aperta. - Evaristo Sparvieri

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