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mercoledì 25 agosto 2010

«Case chiuse e zone ad hoc sono soluzioni sorpassate»

 «E’ sbagliato. Le case chiuse e i quartieri a luci rosse sono soluzioni sorpassate». Così Enzo Ciconte, scrittore, studioso del fenomeno e esperto di criminalità organizzata, interviene nel dibattito cittadino sulla regolamentazione della prostituzione.  Per Ciconte, la necessità principale è quella di una legge nazionale: «In Italia c’è una condizione contraddittoria: non ci sono divieti ma ci sono le multe per chi si ferma a bordo strada a caricare una prostituta. E’ necessario che si faccia una legge nazionale che codifichi il fenomeno e che tenga conto di oneri e diritti».  Nelle considerazioni dello studioso, le proposte delle case chiuse e dei quartieri a luci rosse sono «un copiare qualcosa che già non ha funzionato. In Europa, infatti, i quartieri a luci rosse stanno chiudendo».  «La prostituzione è un fenomeno che bisogna analizzare nei dettagli, a partire dai dati - continua lo studioso - che stabiliscono come negli ultimi siano in aumento le escort e in diminuzione le prostitute di strada. Il fenomeno, quindi non rientra in una questione legata alla sicurezza».  Per questo motivo, «la legge nazionale deve essere ben ragionata: bisogna sedersi attorno a un tavolo. Il rischio è che il problema della prostituzione resti solo uno slogan per la campagna elettorale». Tra le soluzioni avanzate da Ciconte, quella dei quartieri a luci rosse itineranti: «A Venezia c’è stata una sperimentazione che ha dato risultati soddisfacenti». - «e.spa.)

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