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venerdì 17 settembre 2010

«Università, scongiurato il blocco»

 «Nella riunione di martedì del Senato accademico abbiamo raggiunto un accordo con i rappresentati dei ricercatori». E’ l’annuncio del rettore Aldo Tomasi che, alla vigilia dell’inizio delle lezioni, sembra scongiurare il rischio del blocco della didattica. Evitato lo scontro frontale come avvenuto nell’Università di Bologna.  Mentre all’Alma Mater di Bologna i ricercatori che sciopereranno contro la Gelmini - e che entro domani non forniranno la propria disponibilità a svolgere lezioni - rischiano la sostituzione con docenti a contratto, l’Unimore adotta una linea più morbida che sembra aver dato i suoi frutti. Almeno stando a quanto sostiene il rettore Aldo Tomasi, che comunque preferisce affrontare la questione ancora cautela.  «Non è chiaro se il pericolo sia completamente scongiurato - afferma Tomasi - ma durante l’ultima riunione del Senato accademico, straordinariamente aperta ai tre rappresentati dei ricercatori presenti nel Consiglio d’amministrazione, ci è stato assicurato che la maggior parte di loro fornirà attività didattica anche quest’anno. C’è stato un accordo».  L’accordo, raggiunto martedì pomeriggio, si traduce in un’operazione di informazione che i ricercatori terranno insieme a docenti e presidi di facoltà nei confronti degli studenti: «I corsi inizieranno con una comunicazione agli studenti per illustrare loro la situazione estremamente difficoltosa in cui si trova l’università - continua Tomasi - Facoltà per facoltà, verrano stabilite le modalità e i tempi con cui realizzare queste comunicazioni. A giurisprudenza, per esempio, le lezioni sono già iniziate regolarmente».  Alla luce di queste novità, il rischio sciopero della didattica, minacciato nel corso dell’estate da parte del 65% dei ricercatori Unimore e che aveva portato a votare il blocco della calendarizzazione delle lezioni, parrebbe dunque scongiurato. «Tuttavia - continua il rettore - é possibile che alcuni ricercatori, di propria iniziativa, prendano la decisione personale di non fornire disponibilità per i corsi, lasciando scoperti dei buchi. In tal caso si prenderanno in considerazione soluzioni alternative».  Ed è proprio per evitare spiacevoli sorprese dell’ultima’ora che, a Bologna, il rettore Ivano Dionigi e tutti i presidi hanno inviato ai ricercatori una lettera con un ultimatum: entro domani i ricercatori dovranno mettere nero su bianco le proprie intenzioni, in modo che ogni facoltà potrà individuare modalità alternative per coprire gli insegnamenti che rimarranno scoperti.  «E’ chiaro che a Bologna ci si è arrabbiati e spazientiti - commenta Tomasi - D’altronde è molto difficile negoziare con i ricercatori perchè manca una vera struttura organizzativa». - Evaristo Sparvieri

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