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venerdì 24 dicembre 2010

Sfila la provocazione senza scontri


fonte:gazzettadimodena.it
 Quattro interventi “mirati”: all’Accademia, al Tribunale, in Largo Garibaldi e in Piazza Grande. Più qualche piccolo disordine non previsto dagli stessi organizzatori. Ombrelli aperti e cappucci in testa per gli studenti scesi in strada ieri per manifestare contro la riforma Gelmini. Sotto una pioggia battente, sono stati circa un centinaio i ragazzi che si sono radunati intorno alle 15.30 in Largo Sant’Agostino per dar vita al corteo di Stud Aut, movimento di studenti autorganizzati. Autorizzazione arrivata in extremis, sostengono gli organizzatori della manifestazione, che ha sfilato lungo via Emilia, via Farini, Corso Canal Grande e di nuovo la via Emilia, diretti verso Largo Garibaldi. Qui dopo un giro della piazza, hanno bloccato per qualche minuto l’incrocio tra via Emilia Est e viale Trento e Trieste, disponendosi in formazione a quadrato. E’ stato questo uno degli interventi “mirati” a cui alludevano gli organizzatori prima della partenza, annunciando una manifestazione diversa rispetto a quella del 14 dicembre, quando la città (in particolare la stazione) era stata scenario di scontri con le Forze dell’ordine. Gli altri interventi hanno riguardato l’Accademia, «per manifestare contro i tagli all’istruzione e contro la spesa militare»; il Tribunale, «dove verranno giudicati i nostri compagni per gli scontri di dicembre» e il Comune, ultima tappa del corteo autorizzato.
 In piazza Grande e in piazza Roma, alcuni studenti si sono schierati in fila calandosi le braghe e mostrando le chiappe al vento contro le facciate di Accademia e Comune. Di fronte al Palazzo di Giustia, invece, gli studenti hanno alzato le braccia, mimando con le mani il gesto delle manette. A scandire la marcia della sfilata, la musica di un jambé e di un’armonica a bocca più una serie di slogan: “Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città”, “Siamo tutti antifascisti”, “La repressione non ci fermerà mai”. In testa al corteo, uno striscione “Que se vayan todos”, ripreso anche in altri slogan contro le Forze dell’Ordine, il Governo e la stampa. Un altro coro invitava i cittadini a unirsi alla protesta: “Cittadino non ci guardare scendi in piazza a manifestare”. Ma, tra gli studenti, più che l’unione di intenti pian piano ha preso il sopravvento una vena polemica e l’improvvisazione, con un primo disaccordo tra i ragazzi avvenuto in occasione del blocco di Largo Garibaldi. Alcuni studenti hanno spinto per un fare blocco più lungo, non concordato con le Forze dell’ordine. Allarme rientrato con gli organizzatori che dal megafono hanno spiegato che «non è questo il momento, quando saremo mille bloccheremo la città». Alla fine del corteo, intorno alle 17, i “dissidenti” sono tornati di nuovo alla carica: una trentina di studenti si è staccata dal resto dei compagni, non partecipando all’assemblea autoconvocata sul momento nella Delfini e andando a bloccare la zona di viale Vittorio Veneto. Alcuni di questi ragazzi sono stati poi identificati dalla Digos.
- Evaristo Sparvieri

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