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venerdì 10 dicembre 2010

Una coppia intramontabile

la Gazzetta di Modena — 09 dicembre 2010   pagina 30   sezione: CULTURA E SPETTACOLI

Fonte: inmiliano
 SASSUOLO. La politica e la società italiana servono su un piatto d’argento abbondante materiale per la comicità poetica e strampalata di Cochi e Renato, in scena l’altra sera al teatro Carani con il loro ultimo spettacolo, “Finchè c’è la salute”.  
Accompagnati dai bravissimi musicisti della swing band romagnola “The Good Fellas”, il duo pioniere del cabaret italiano ha presentato al pubblico sassolese gag storiche e sketch nuovi di zecca, tirando in ballo con sobrietà i nomi più gettonati della cronaca e della mondanità italiana: da Berlusconi a Vladimir Luxuria, da Vittorio Sgarbi a Fabrizio Corona, fino a Massimo Cacciari, D’Alema e Veltroni.  Una scenografia essenziale: un tavolo, un paio di sedie e un telone raffigurante in contro luce un grande ombrello colorato sotto una pioggia battente. Il riferimento è ad una della canzoni simbolo della coppia, quella “Canzone intelligente” che, cantata in carrellata nel finale insieme ad altri grandi successi (“E la vita la vita”, “Libe-libe-là”, “Ho visto un re”, “Come porti i capelli bella bionda”, “L’uselin de la comare”) coinvolge e diverte gli spettatori. Un pienone.  Sul palco, Cochi e Renato sono mattatori di razza. Immobili nelle consuete pose, ora salgono su una sedia per uno sketch liturgico che mischia dialetto milanese e latino maccheronico, ora si concedono a quei gesti minimi da varietà che li hanno resi celebri sin dagli esordi nei cabaret milanesi. Ed è proprio la milanesità una delle componenti essenziali dello spettacolo. Uno sguardo insieme malinconico e cinico su una città faticosamente multietnica, che scandisce i propri giorni tra jogging all’idroscalo e ritardi di Malpensa.  Nelle loro perfomances, Cochi e Renato omaggiano una lunga tradizione umoristica che li ha visti protagonisti insieme a nomi del calibro di Dario Fo ed Enzo Jannacci. Tra doppi sensi, calembour e parole in rima, raccontano atmosfere che si stanno perdendo e delle quali, “Finchè c’è la salute”, conviene tuttavia riderne divertendosi. -

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