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lunedì 22 febbraio 2010

Macché trash! Per la legge il cinepanettone è d’essai

Per la legge Urbani Natale a Beverly Hills rientrerebbe tra i film d’interesse culturale e nazionale e avrebbe diritto a benefici pubblici. E il film campione d’incassi diventa campione di polemiche.

 
Natale a Beverly Hills, campione di incassi al box office natalizio, è un film d’essai? Secondo la Commissione cinema del ministero per i Beni Culturali, Natale a Beverly Hills, l’ennesimo cinepanettone della premiata ditta De Sica-De Laurentiis-Parenti, rientrerebbe tra le pellicole di «interesse culturale e nazionale» e come tale, in base alla legge Urbani sul cinema, viene equiparato ai film d’essai, con la possibilità di usufruire di benefici pubblici riservati alle pellicole meno conosciute e sperimentali. 
La decisione dovrà essere confermata dalla stessa Commissione ministeriale «previa visione di una copia campione» del film, ma l’idea di poter definire Natale a Beverly Hills una pellicola d’essai non ha mancato di suscitare ironie e polemiche.

Se sul Corriere della sera, il critico cinematografico Paolo Mereghetti ha ironizzato sul fatto che «nemmeno nei suoi sogni più azzardati Christian De Sica aveva osato tanto», dalle pagine del web magazine di Farefuturo, la fondazione che fa capo al presidente della Camera Gianfranco Fini, è stato lanciato un appello a boicottare la pellicola: «Il punto non è se ti piace ridere con Christian De Sica, Sabrina Ferilli, Massimo Ghini, Michelle Hunziker, Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi e dare i soldi del tuo biglietto alla pellicola di Neri Parenti – ha scritto Cecilia Moretti – Il punto è, invece, che è assurdo che la stessa pellicola benefici dei crediti d’imposta e degli aiuti fiscali e monetari pensati per sostenere gli esercenti più attenti e coraggiosi, quelli che, cioè, dovrebbero dare spazio ai film culturalmente più stimolanti».
Sulla questione è intervenuto anche il ministro della Cultura Sandro Bondi che, in una lettera al Corriere, ha precisato che Natale a Beverly Hills «non ha chiesto nessun contributo diretto allo Stato ma il mero riconoscimento per i requisiti di spettacolarità al fine di ottenere la possibilità di ottenere il credito di imposta così da poter reinvestire l’anno prossimo».

Ma cosa ne pensano i protagonisti della pellicola? «Mi rendo conto che è un po’ cafone dirlo. Però è un dato di fatto. A parte un paio di capolavori, il resto dei film raffinati fa incassi penosi. Le opere dei registi e degli attori premiati dalla critica non le va a vedere nessuno», ha dichiarato Christian De Sica in un’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo. «Il famigerato cinepanettone – ha proseguito l’attore – mantiene l’intero cinema italiano».

Le associazioni cinematografiche però non ci stanno. «La cosiddetta legge Urbani del 2004 ha consentito di privilegiare film commercialmente più ambiziosi e strutturati, ai danni di autori ed opere più sperimentali e dalla minore resa al botteghino», ha lamentato Mario Lorini, presidente della Fice, la Federazione italiana dei cinema d'essai, auspicando immediati cambiamenti in fatto di legislazione in materia cinematografica; per Citto Maselli, presidente dell’Associazione nazionale degli autori cinematografici, la vicenda rappresenta «un precedente di una gravità estrema».

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