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lunedì 22 febbraio 2010

Polemiche a L'infinito

Obiettivo promozione. Non stiamo parlando di una squadra calcistica. Stiamo parlando di “Marche: le scoprirai all’infinito”, spot che la Regione Marche ha realizzato per promuovere il turismo e la cultura marchigiana in Italia e nel mondo. Protagonista il mitico Dustin Hoffman che, non senza qualche difficoltà di pronuncia, recita “L’infinito” di Giacomo Leopardi all’interno di un teatro vuoto, mentre sullo sfondo compaiono e si alternano alcune immagini di suggestivi paesaggi marchigiani. 

Obiettivo centrato. Lo spot, trasmesso dal 24 gennaio al 13 febbraio sulle reti Rai e sui principali network nazionali (inclusa Sky), ancor prima della sua diffusione televisiva ha suscitato un “infinito” eco di polemiche, tanto che -  vuoi per la levatura del testimonial - il polverone sollevato è arrivato oltre i nostri confini nazionali, occupando le pagine delle maggiori testate mondiali, dal New York Times al Daily Mail, da Variety al Sidney Morning Herald.

Il video, che circolava su Youtube in versioni non definitive, è stato infatti oggetto di velenosi commenti da parte degli internauti e in una settimana ha totalizzato più di ventimila visioni. Nel mirino delle critiche sono finiti i costi dell’operazione (si è parlato di un bando da un milione e 700 mila euro) e la regia (affidata al regista Giampiero Solari, ex assessore regionale alla cultura), ma anche l’interpretazione del due volte premio Oscar non è stata risparmiata da battute al vetriolo. Agli internauti non sono andati giù la titubanza e l’accento americano con cui l’attore ha recitato uno dei massimi capolavori della poesia lirica italiana.

La durezza di alcune critiche è stata tale che la Regione Marche, in un comunicato, ha invitato coloro che le hanno espresse ad astenersi dal divulgare «affermazioni lesive della reputazione di soggetti riconducibili all'amministrazione regionale», opponendosi alla «divulgazione di affermazioni false che trascendono palesemente i limiti del lecito esercizio del diritto di cronaca» e valutando «l'opportunità di intraprendere azioni a tutela di persone ed enti».

A favore dello spot si sono schierati alcuni intellettuali di prestigio, come Umberto Piersanti, Davide Rondoni e Giorgio De Rienzo. Per i membri dell’Accademia della Crusca l’interpretazione dell’attore americano ha il merito di aver sprovincializzato “L’infinito’’. Una sonora bocciatura è arrivata invece da parte della cantante Mina, che in un editoriale apparso su La Stampa lo scorso 3 gennaio (intitolato Leopardi bisogna meritarselo) non ha esitato a definire la perfomance di Hoffman «demoralizzante».

«Sarà anche “un nome che tira”, ma non li avevamo noi degli attori al suo livello?  E che parlano italiano? - ha chiesto retoricamente Mina - Popolizio non andava bene? Fantastichini non andava bene? Albertazzi non andava bene? Ma anche la Melato, la Proclemer non andavano bene?»
«L'operazione Hoffman ha superato gli obiettivi di promozione delle Marche ed e' diventata un'operazione di promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo», ha affermato il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, in occasione della conferenza per la presentazione della versione definitiva dello spot.

Tra i commenti su Youtube, invece, si poteva leggere: «Hoffman non pronuncia bene l'italiano, gli italiani si arrabbiano e così uno spot per una delle zone d'Italia meno conosciute arriva al New York Times. L'agenzia di pubblicità sarà contenta». Questione di punti di vista.

Dello spot sono previsti oltre mille passaggi in prime time, in tre versioni da 7, 15 e 30 secondi. Per i cinema è stata realizzata una versione di 120 secondi.

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