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lunedì 26 luglio 2010

Azienda distrutta dai lupi

 PAVULLO. Ha tappezzato la sua azienda di cartelloni di protesta e, nei dintorni di via Verica, chiunque può leggere sul ciglio della strada frasi come “Attente pecore, state attraversando la nostra fattoria” o “Azienda pastorizia distrutta dai lupi”. Alcuni sono cartelli neri, “a lutto”, che annunciano la prossima chiusura dell’azienda agricola “Casa Capuzzoli”. E’ la forma di protesta che Dino Mazzini, il titolare dell’azienda, ha scelto dopo aver visto negli ultimi 3 anni morire 120 pecore, sbranate da branchi lupi.
Destinatari della protesta non solo i lupi, che da qualche tempo hanno ricominciato a ripopolare l’Appennino, ma soprattutto le amministrazioni locali e regionali, accusate di politiche protezionistiche inadeguate e controverse, «che modificano nella percezione dei cittadini molte delle problematiche legate alla specie». Una battaglia che Dino Mazzini, ex socio Wwf, conduce anche sul web, dove ha creato un sito (www.casacapuzzola.it) nel quale ripercorre tutta la sua parabola, fino alla recente decisione di sbarazzarsi delle poche pecore superstiti, anche a costo di regalarle. «Ho deciso di venire qui 23 anni fa. Avevo intenzione di coltivare la terra dei miei genitori e dei miei nonni - racconta Mazzini - ci sono voluti 15 anni di sacrifici e investimenti prima di riuscire a creare, nel 1987, un’azienda pastorizia a coltivazione biologica, basata sull’allevamento degli ovini confinati in recinzioni specifiche, suddividendo i terreni in settori diversi di pascolo. Manodopera minima». Poi continua: «Nel 2007-2008 i lupi iniziano a distruggermi l’azienda e scopro che tutte le promesse fatte delle amministrazioni, per convincermi della possibile convivenza tra quell’animale e gli allevatori, sono in realtà carta straccia. Adesso devo pagare conseguenze economiche e psicologiche. L’ultima beffa: alcuni veterinari e un “collega” della Provincia sono venuti in casa mia chiedendomi di diventare schiavo di 18 pecore perchè a queste non succeda più niente, mentre di pecore, in questi anni, da quelle stesse autorità ne ho viste uccidere 400 per futili motivi». - Evaristo Sparvieri

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