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giovedì 23 dicembre 2010

Studenti, corteo oltre al sit-in


fonte:digilander.libero.it
 Toni moderati, ma non si esclude il blocco di zone strategiche della città. Con queste premesse, oggi alle 15 gli studenti tornano in piazza per manifestare contro la riforma Gelmini. Nel giorno del voto del ddl al Senato, in largo Sant’Agostino un sit-in organizzato da Stud Aut.
 Dopo il ritrovo, gli studenti potrebbero partire per un corteo, verso largo Garibaldi. Una decisione presa dopo lunghe riunioni, l’ultima delle quali ieri pomeriggio al Corni. Ma solo nel momento del ritrovo di oggi, quando si sapranno i numeri delle adesioni al corteo, si deciderà una strategia di mobilitazione. Tra le ipotesi plausibili, si esclude il blocco della stazione ferroviaria, presa di mira il 14 dicembre e scenario di disordini. Obiettivi potrebbero essere il blocco dei viali e di via Trento e Trieste. Per il corteo, non sarebbero state avanzate richieste di autorizzazione. Tam-tam anche su Facebook, con inviti a portare videocamere per riprendere la manifestazione. Sul voto della Riforma, ieri ha espresso preoccupazione anche il cda dell’Unimore, parlando di un «clima di grande incertezza sul futuro dell’Università e della ricerca»: «Tra le altre conseguenze, nell’impossibilità di attingere e aumentare nuovamente gli introiti derivanti dalle tasse studentesche, c’è l’obbligo di ricercare maggiori fondi privati, con il rischio di tendere sempre più a un’istruzione influenzata dalla necessità di reperire eccessivi finanziamenti», fanno sapere dal cda, che si impegna a «promuovere azioni di sensibilizzaione in tutte le sedi e con tutti i mezzi opportuni». Quanto ai motivi della protesta, Andrea Trenti, portavoce della Rete degli studenti (associazione che oggi non siflerà), affida le istanze del suo movimento a una lunga riflessione: «Quali strade deve percorrere lo studente per essere ascoltato? Dopo aver praticato ogni via legale possibile, comincia sempre più a spingersi verso il limite, nella collettiva speranza di ricevere una risposta. E allora blocca treni, sfila in autostrada, sulle piste degli aeroporti, occupa monumenti, scuole, facoltà, piazze e strade. Lo studente non è violento: è esasperato dall’indifferenza. Dietro queste considerazioni non si nasconde la volontà di giustificare la violenza, c’è il tentativo di spiegare l’origine di questa rabbia degli studenti (e non solo). Non è figlia dell’indole giovanile alla ribellione a priori, ma è originata dall’indifferenza, dalla riluttanza che una parte maggioritaria della politica ha rispetto al confronto, all’ascolto: manca da ambo le parti il rispetto reciproco che ci dovrebbe essere. La frattura tra società e politica non l’abbiamo creata noi. Il Governo, ma la politica in generale, non può rispondere alle contestazioni con barricate e zone rosse. Se la politica si arrocca in Parlamento, ha perso. E non ci si dica che la Riforma è un bene per lo studente: basta guardare il quadro-orario sui muri di tutte le scuole per accorgerci della disparità tra studenti “riformati” e gli altri. Si notano negli istituti tecnici, i buchi, crateri nelle tabelle. Caselle vuote un tempo occupate dalla geografia o dai laboratori: non ci si insulti dicendo che va a nostro vantaggio! Il premier prima di giudicare gli studenti attivi vada a vedere le pagelle di chi ha organizzato l’occupazione della propria scuola, vada a vedere dove sono i veri studenti che ci tengono ad un percorso di qualità. A casa non ci stanno gli studenti veri, quelli sono a presidiare le scuole, a riempire strade e piazze. A casa ci sta chi in cuor suo dice “me ne frego”. Gli studenti veri ci tengono e si interessano. “I care” diceva Don Milani, un prete di cui a scuola nessuno ci ha mai parlato: è con questo motto in testa che gli studenti protestano».
- Evaristo Sparvieri

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