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giovedì 10 marzo 2011

Appunti per un dizionario enciclopedico tascabile

Scrittore (ing. writer, franc. écrivain, ted. Schriftsteller, spagn. escritor, gr. συγγραφέασ, afr. skrywer, alb. shkrimtar, arab. الكاتب, bielor. пісьменнік, bulg. писател, cat. escriptor, cin. 作家, croat. pisac, czech. spisovatel, dan. forfatter, dutch schrijver, est. kirjanik, filip. manunulat, finn. kirjailija, galic. escritor, heb. סופר, hindi लेखक, ung. író, icel. rithöfundur, ind. penulis, irish scríbhneoir, jap. 作家, kor. 작가, latv. rakstnieks, lit. rašytojas, maced. писател, malay pengarang, malt. kittieb, norw. Forfatter, pers. نویسنده, pol. pisarz, port. escritor, rom. scriitor, russ.  писатель, serb. писац, slov. pisatelj, swai. mwandishi, swed. författare, thai นักเขียน, turk. yazar, ucr. письменник, viet. nhà văn, welsh awdur, yidd. שרייַבער). Primate bipede (Homo sapiens scriptorius, Linneo 1758), diffuso in alcune zone dell’orbe terrestre, lo scrittore è caratterizzato da stazione eretta, scarsa pelosità e pollici opponibili, di cui gli esemplari della specie si servono per afferrare oggetti di uso quotidiano quali penne, tastiere o supporti di altra natura. Non disdegnati sono materiali cartacei come fogli, pergamene, assegni, banconote e contratti a tempo indeterminato presso case editrici e affini (v.). Alla difficile reperibilità di questi ultimi, si deve l’origine di un ramo evolutivo a sé stante, dedito alla condotta di stenti e al culto della gloria imperitura, pur tuttavia poi rodendosi dentro il fegato per la sorte porca sventura che li ha voluti carenti di quattrini. Molto apprezzate in sostituzione di grana (v.) risultano le mosche, che si acchiappano in mancanza di altro più che farfalle. Scatola cranica nella norma, sebbene secondo taluni studiosi le dimensioni cerebrali di un vero scrittore siano sensibilmente superiori alla media. Diffusa è l’opinione (scientificamente non accertata) che gli scrittori si nutrano di pane e cultura, responsabile dell’ingrossamento cerebrale se inoculata in quantità variabili per dimensioni e spessore libresco. I sostenitori di tale teoria concordano nel ritenere che gli esemplari di specie scrittoria riescano a saziarsi con l’ausilio di sole facoltà visive: dagli occhi l’alimento andrebbe alla mente, onde viene metabolizzato e rigettato sotto forma di inchiostro (v.). Per costoro, lo strumento atto a cibarsi, dapprincipio le mani, è la penna (v.), a causa della quale tuttavia gli scrittori sono costretti a escludere dalla propria dieta minestre, zuppe e cibarie liquide o affini, per le quali i comuni mortali adottano solitamente il cucchiaio (v.), che invece gli scrittori hanno talora in gran dispetto. Solitamente questa categoria scrittoria afferra un libro e, tramite appunto la penna, ne trafigge il contenuto, in modo da poter ricavare alimento (v.). Diverso tuttavia, senza che essi se ne accorgano, è il concetto di sostentamento (v.), del quale spesso sono privi per ragioni oggi ricondotte all’economia universale delle cose. Una diversa scuola di pensiero sostiene invece che l’apparato scrittorio passi primariamente per la bocca, negando che il sistema nervoso-visivo possa arrogarsi funzioni che il Padreterno ha preposto per bile, duodeno e interiora. A supporto di questa argomentazione, insigni specialisti hanno allegato prove empiriche, dimostrando che l’ingestione di corpi esterni tramite canali oculari comporti cecità, incipiente magrezza e financo gravi forme di demenza. Ciò anche in caso di alimenti commestibili. Nei soggetti interessati con maggior criticità, inoltre, può incorrere stitichezza e asineria. I sostenitori della prima teoria controbattono che demenza e cecità si possono considerare endemiche alla specie (v. Omero e tanti altri); quanto alla magrezza, non sono mancati esemplari di scrittori contrassegnati da ventre prospiciente e convesso, a testimonianza di una particolare cura verso il verbo della carne e del prosciutto. Al fine di sussistenza, quindi, alcuni esemplari si servirebbero di lenti dette “occhiali” (v.), atte a migliorarne la voracità visiva. Nelle raffigurazioni iconografie, tuttavia, spesso gli esemplari ne sono sprovvisti, preferendo apparire nell’atto di passar due dita sotto il mento, in segno di apertura mentale e acutezza di intelletto. Eziologia: peculiarità della specie è di esprimersi attraverso forme di comunicazione scritta, predilette a quelle di natura orale. Per tale attività, gli scrittori si servono di una forma detta “scrittura” (v.), che consiste in un sistema di segni arbitrari creati da una comunità a proprio uso, per riprodurre graficamente le frasi parlate o immaginate. Capita perciò che alcuni esemplari trascorrano lunghi periodi al buio, in ambienti serrati a quattro mandate, in segno di concentrazione e separatezza dalle cose del mondo. Durante questa fase, gli appartenenti alla specie vivono in posizione per lo più seduta o supina, magari guardando in silenzio fuori da una finestra, lasciando che l’immaginazione vaghi alla volta di un universo di parole sconosciute che poi è difficile trasformare in segni e sistemi grafici esterni. Ciò a prescindere dalla gamma ambientale, che può essere un salotto, uno studio, un tinello o un sottoscala puzzolente che neanche i topi ci scendono più per il puzzo d’umido e d’orina che scrosta i muri. Qualcuno scrive in treno o sui bus. Attività di tal fatta richiedono doti continuative d’intelletto, interrotte per carenza di sigarette o per fare la spesa (bisogni fisiologici a parte). Le più remote testimonianze di attività scrittoria risalgono al IV millennio a.C. (v. sistema sumero-accadico); permane tuttavia ancora oggi nella comunità scientifica il dibattito se possa definirsi scrittore chiunque scriva o soltanto colui che dell’attività scrittoria ne faccia professione remunerata (v. teoria del fancazzismo ad oltranza e teoria del primo stipendio incredibile che quasi mi commuovo e piango e non ci credo). Quel che è certo, è che gli appartenenti alla razza aspirano a condurre una vita di calamo piuttosto che di zappa. Ciò talora con grave danno della continuazione della specie, che necessita di messe e ricolti. (il caso di Franco): due esemplari sapiens che si accorgono di aver generato feto scriptorio (di solito intorno alla seconda decina di vita vissuta), si mettono lungamente le mani tra i capelli gridando al “parassito” (v. me). Lo stesso in contesti sociali evoluti, che considerano penne e parole alla stregua di fuffa (v.). E dirò infatti del mio amico Franco che studia lettere e che un signore sul treno gli ha detto che siccome studiava lettere allora non valeva. «Mio figlio studia ingegneria», diceva il signore. Al che il mio amico Franco gli ha risposto che il figlio poteva pure costruire i ponti, ma se poi non sapeva scrivere ai muratori come si fa a costruire un ponte, il ponte cadeva lo stesso. E quel signore allora è stato zitto per tutto il resto del viaggio, e solo ogni tanto bisbigliava sottovoce la parola: «Maleducato». Ma non conosceva il segreto delle astrazioni. Molto in voga sono in questi casi le petizioni contro i governi. Altri temi da trattare: tipologie di scrittori: poesia, romanzi, saggi, ecc. ecc. Metempsicosi: scrittori che si credono la reincarnazione di altri. Incontri col pubblico, dove si parla e spesso si fa ohh! Con battimani spontanei o indotti. Terapie: mecenatismo (Agli scrittori ci piacciono i premi letterari – agli scrittori ci piace la primavera, ma anche l’autunno, l’inverno, e l’estate, la gnocca e il gnocco. Modenesi).

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